APPROFONDIMENTO 9 - Genti di passaggio e ricettività a Montegridolfo

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Proseguendo lungo il cammino possiamo volgere lo sguardo al territorio di Montegridolfo da sempre attraversato nei suoi percorsi di fede e di lavoro da innumerevoli personaggi, locali e forestieri, che lo hanno scolpito nella memoria di diverse pagine di storia.

Un territorio raffigurato da numerosi artisti di passaggio provenienti dalle scuole dei due versanti, come il pittore fanese Pompeo Morganti, e il santarcangiolese Guido Cagnacci, e così come percorso da altri animi sensibili che lo hanno attraversato apprezzandone il valore intrinsecamente estetico.

Per apprezzare il valore dell’oggetto conta la qualità dello sguardo; conta la consapevolezza e la connessione emotiva dell’osservatore, sia appartenga alla comunità stabile o sia rappresenti un viaggiatore di passaggio. Siamo romagnoli, e ciò significa un po’ anche appartenere ad una famiglia allargata, o meglio appartenere a una società che non conosce limiti amministrativi ma solo limiti affettivi; e tutti sappiamo nel fondo del nostro cuore quanto conti, per chi accoglie, l’emozione del turista che guarda con occhi estranei le viscere dei nostri territori che gli si palesano difronte.

C’è questo entusiasmo nella visione dei pittori e fra le righe dei diari di viaggio dei visitatori. C’è questo entusiasmo per esempio nei quadri di Edoardo Pazzini, che nel suo “Paesaggio della valle del Conca” (vedi figura 1) rappresenta un fetta della Romagna solatia cantata dal Pascoli e che sembra fare eco alle parole dello scrittore francese Valéry Larbaud (1881-1957) che nel suo passaggio appuntò l’aspetto di “una campagna popolata e ben coltivata” con olmi al posto di cipressi a far da limite e confine ai “campi di grano inghirlandati di vigne”.

 

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Paesaggio della valle del Conca – Edoardo Pazzini, 1938 - Figura 1

 

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Sulle strade di Romagna – Edoardo Pazzini, 1963 - Figura 2

 

Ci sono le vibrazioni misteriose di un borgo arroccato nei disegni di Romolo Liverani e Antonio Mosconi (vedi figure 3, 4), e negli scritti del saggista inglese John Addington Symonds: “Se non fosse per le luci azzurre in lontananza e la costante presenza del mare, questi Appennini terrosi sarebbero troppo sinistri. L’aria infinita e il sottile velo di fogliame primaverile nei campi e nel bosco ne mitigano la severità”

 

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Montegridolfo, nella valle del Conca – Romolo Liverani, 1851 - Figura 3

 

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Veduta di Montegridolfo – Antonio Mosconi (1827-1897) - Figura 4

 

C’è il fondersi delle vedute collinari con l’azzurro del mare e l’azzurro del cielo nel dipinto di Norbero Pazzini “Alba Adriatica” (vedi figura 5) e nuovamente nelle parole di Valéry Larbaud: “L’Adriatico che fa un piccolo gesto bianco e dice una parola che non si sente, e la terra spaventosamente calma sotto il cielo come la bocca di un cannone carico”

 

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Alba adriatica – Norberto Pazzini, 1912 - Figura 5

 

Avvicinandosi alla frazione di Trebbio sarà possibile rivivere la casa che ospitò e i luoghi vissuti da Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli nato a Santarcangelo di Romagna il  31 ottobre 1705  e morto poi a  Roma il  22 settembre 1774, al soglio pontificio come Papa Clemente XIV, eletto 249° vescovo di Roma il 28 Maggio 1769, Papa a cui si deve il recupero del prestigio internazionale della Chiesa.

 

Lo studio indefesso di Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli

Incisione tratta da “Vie du Pape Clement XIV; Paris 1776”,

La casa di Trebbio che ospitò Papa Clemente XIV :

ttps://www.google.com/maps/place/Via+dell'Ortale,+16,+47837+Trebbio+di+Montegridolfo+RN/@43.8600902,12.7004839,17z/data=!3m1!4b1!4m5!3m4!1s0x132ce4981a9bb311:0xca4efe48416d363c!8m2!3d43.8600864!4d12.7026726

 

Al seguente link le informazioni utili alle strutture ricettive di Montegridolfo: https://montegridolfo.eu/attivita-commerciali